Jean Claude Izzo

JEAN CLAUDE IZZO

Nato «da uno di quegli incroci di cui la città custodisce il segreto», Jean-Claude Izzo rivendicherà costantemente ed orgogliosamente le proprie origini meticce, il suo essere rital, così come in terra francese venivano chiamati, dispregiativamente, gli immigrati italiani, data la loro difficoltà a pronunciare la erre blesa. Jean-Claude era spagnolo da parte di madre, Isabelle Navarro, detta Babette, nata al Panier, in Rue des Pistoles – quella stessa strada da cui si dipanerà la celebre trilogia marsigliese – e italiano da parte di padre, Gennaro Izzo, detto Ciccio, arrivato a Marsiglia poco più che bambino per raggiungere il fratello Antonio e la sorella Antonietta, già emigrati nella città focese sul finire degli anni Venti. Gennaro e la sua famiglia erano originari di Torello, frazione di Castel San Giorgio. 

Il primo incontro tra Babette e Ciccio avvenne tramite l’amicizia con la sorella di lui, Antonietta. I due si sposarono nel giugno 1941 presso la Cathédrale de la Major e si stabilirono in un appartamento sovrastante il bar de l’Amicale Ajacienne in Place de Lenche, dove Gennaro lavorava insieme alla sorella e al cognato, Charles De Peretti. Nel 1943 dovettero però lasciare Marsiglia in seguito all’espulsione imposta dagli invasori tedeschi che procedettero alla demolizione dei vecchi quartieri, poco controllabili per la loro conformazione e considerati «un focolaio di infezione per il mondo occidentale». Riuscirono a salvarsi dall’internamento nel campo di Fréjus raggiungendo a piedi La Millière, dove vennero accolti da una cugina. Due anni dopo tornarono a vivere in città, nel quartiere della Blancarde.

Venti giugno 1945, rue Brunetière: la storia di Jean-Claude Izzo inizia qui.

Già da piccolo Jean-Claude dimostra una forte inclinazione per la scrittura. Allievo eccellente, ama scrivere racconti e poesie. Frequenta dapprima la scuola in Boulevard Boisson, poi continua gli studi presso un istituto tecnico, il Lycée des Remparts in Boulevard de la Corderie, dove ottiene un diploma di tornitore-fresatore. Nel 1963 lavora presso la libreria La Clairière in Rue Grignan.

Un forte impegno politico e sociale caratterizza tutta la sua vita: Jean-Claude comincia questo percorso militando attivamente per il movimento cattolico per la Pace, Pax Christi.

Nel 1964 parte a Tolone per il servizio militare per poi essere mandato in battaglione disciplinare a Gibuti, nell’Africa Orientale, dove fa uno sciopero della fame perdendo quindici chili. In quel periodo collabora con il giornale dell’esercito.

Rientrato in Francia nel 1966, riprende le sue attività presso il movimento di Pax Christi. Successivamente si iscrive al Partito socialista unificato (PSU), per il quale si candida alle elezioni legislative a Marsiglia nel giugno 1968. Nell’agosto dello stesso anno aderisce al partito comunista francese (PCF). Nel marzo 1969 sposa Marie Hélène Bastianelli, conosciuta durante la militanza politica. Diventa in seguito collaboratore de La Marseillaise Dimanche, periodico del quotidiano regionale comunista.

Nel 1970 Izzo e la moglie lasciano la loro abitazione in rue Nau per trasferirsi a cinquanta chilometri da Marsiglia, a Saint Mitre-les-Remparts, nei pressi di Martigues. Risale a questo periodo la pubblicazione presso P.J.Oswald della prima raccolta di poesie, Poèmes à haute voix. Izzo è allora bibliotecario presso il Comité d’Entreprise del gruppo petrolifero BP a Lavéra.

Nel 1970 un suo articolo, “La Comune de Marseille”, viene pubblicato dalla Revue Europe. Lo stesso anno Izzo si dedica ad un lavoro teatrale (Libérez Angela Davis) per la liberazione di una militante comunista afroamericana detenuta negli Stati Uniti, che venne portato sul palco da César Gattegno e dalla Compagnie du Rocher

Al 1972 risale l’ingaggio presso il quotidiano comunista La Marseillaise, su cui lo scrittore pubblica giornalmente una pagina dedicata alla costruzione del cantiere portuale di Fos-sur-Mer. Lo stesso anno esce una nuova raccolta di poesie, presso P.J.Oswald, intitolata Terre de Feu. Nel mese di novembre nasce l’unico figlio dello scrittore, Sébastien.

Due anni dopo viene pubblicata un’ulteriore raccolta di poesie, État de veille (P.J.Oswald). Izzo diventa vice caporedattore e corrispondente ufficiale del suo giornale al festival di Avignone.

La sua produzione poetica si arricchisce nel 1975 di Braises, brasiers, brûlures e di Paysage de femme, mentre l’anno successivo uscì Le réel au plus vif. Nel 1978 fu pubblicato Clovis Hugues, un rouge du midi per le edizioni Jeanne Lafitte.

A questo punto però la vita di Izzo subisce un brusco cambiamento di rotta: lascia il PCF in seguito alla rottura dell’Union de la Gauche, si separa dalla moglie, poi, agli inizi del 1979, lascia la redazione de La Marseillaise. Alla fine del 1980 comincia a lavorare per il mensile La Vie Mutualiste, di cui è caporedattore dal 1982 al 1985. Nel frattempo lavora anche come animatore in una radio, Forum 92. Assieme a Bruno Bernardi fonda la rivista di poesia Revue Orion.

Nel gennaio 1987 si trasferisce a Parigi. Il giornale per cui lavorava cambia titolo in Viva: Izzo ne è il caporedattore fino alle dimissioni rassegnate il 31 luglio 1987.

La sua produzione giornalistica continua con l’intensa collaborazione per diversi giornali e riviste. Questo periodo vede la partecipazione dell’autore alla creazione di molti eventi letterari, quali il Carrefour des Littératures Européennes di Strasburgo, il Festival du Polar di Grenoble e il Festival du livre Etonnants Voyageurs di Saint Malo in collaborazione con Michel Le Bris. Nel 1991 e nel 1992 è delegato generale delle Rencontres Goncourt des Lycéens e dal 1992 al 1994 direttore della comunicazione del Festival Tombées de la Nuit di Rennes. Izzo si dedica anche alla stesura di soggetti per film: Les Matins chagrins (1987) realizzato da Jean Pierre Gallepe e prodotto da Matin film, e Une Mort olympique, scritto a quattro mani con Manuel Vásquez Montalbán, oltre agli incompiuti Lou Andrea Salomé Blokhaus.

Fu anche autore di testi di canzoni: Nighthawks su musiche di Jean Guy Coulange (contenuta nell’album Enfin seul del 1992) e Plage du prophète per Gian Maria Testa (in Valse d’un jour del 2000).

Nel 1993 appare sulla rivista Gulliver un racconto, Marseille, pour finir da cui scaturirà in seguito la stesura del romanzo Total Khéops che esce due anni dopo nella collana Série noire presso Gallimard, riscuotendo grande successo di pubblico e critica (Prix des lycéens de MarseilleTrophée 813 del 1995). Total Khéops diventa un film nel 2002 ad opera del regista Alain Bévérini.

Nel 1996 viene pubblicato il secondo romanzo, Chourmo. Assieme alla nuova compagna, Laurence Rio, lo scrittore si trasferisce a Saint Malo.

Nel 1997 vedono la luce altre due opere: la raccolta di poesie, Loin de tous rivages e il romanzo Les Marins perdus, uscito presso Flammarion, in seguito adattato per il cinema dalla regista Claire Devers.

È questo il periodo di maggior successo: Izzo ritorna in Provenza stabilendosi con la sua compagna a Ceyreste, nelle vicinanze de La Ciotat. Nel 1998 appare Solea, romanzo che segna la fine della cosiddetta trilogie marseillaise. Con esso si concludono le vicende dell’ispettore Fabio Montale, malgrado le pressioni da parte della Gallimard per proseguirne il ciclo. La trilogia viene adattata per la televisione nel 2001 dal regista José Pinheiro nella serie Fabio Montale su TF1 ma la scelta di far impersonare ad Alain Delon la figura dell’eroe marsigliese venne fortemente criticata dai lettori di Izzo.

Lo scrittore comincia poi la stesura di Le Soleil des mourants. Viene pubblicato Vivre fatigue presso Librio. Nel mese di marzo Izzo si separa dalla compagna Laurence.

Nel febbraio 1999 sposa la fotografa Catherine Bouretz. Esce una nuova raccolta di poesie, L’aride des jours, illustrata dalla moglie. La coppia si trasferisce a Marsiglia. 

Nel settembre 1999 escono Le Soleil des mourants e Un temps immobile, inedito in Italia. Nel 2000 viene pubblicato un saggio dedicato alle rappresentazioni del Mediterraneo nella cultura francese curato da Izzo e Thierry Fabre dal titolo La Méditerranée française. Izzo partecipa a diversi eventi letterari nonostante l’avanzare della malattia. Collabora con il fotografo argentino Daniel Mordzinski per Marseille, ultimo omaggio alla sua città (l’opera uscì postuma nel 2000 presso Hoëbeke). 

Agli inizi dell’anno 2000, Jean-Claude Izzo perde la battaglia contro la malattia. Se ne va la mattina del 26 gennaio. Le sue ceneri verranno disperse nel mare delle isole Frioul. Di lui ci rimane un prezioso lascito, un’eredità umana e letteraria il cui valore oggi più che mai, a distanza di diciotto anni, viene sempre più apprezzato, trovando il meritato riconoscimento.

a cura di OTTAVIA MARCHIORI

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